Moon Knight, persa una grande occasione per descrivere bene il personaggio? (SPOILER)

Roma – Sono combattuto a dare un giudizio su Moon Knight, ultima serie tv della Marvel Studios e appena terminata su Disney+.

Va detto: non riponevo grandi aspettative. Ciò non toglie però che mi allettava il prodotto: approfondire le multi-personalità di Marc Spector; l’inaudita violenza del “Cavaliere della Luna” che si sarebbe dovuta conciliare con lo stile Disney; un’ambientazione legata all’Antico Egitto, che prometteva a prescindere un prodotto originale.

Di tutte queste importanti premesse, probabilmente si è vista solo l’ultima: pensiamo ai richiami alla mitologia egiziana; la presenza di personaggi fondamentali come Khonshu o Ammit; le avventure tra le piramidi, il deserto e le strade del Cairo.

Chi si aspettava una serie violenta, purtroppo rimane a bocca asciutta. La brutalità della personalità di Jake Lockley, appare in maniera molto telefonata solo nella post-credit, in quello che dovrebbe essere l’omicidio di Arthur Harrow dopo il suo prelevamento da un centro psichiatrico. Quindi niente lotte cruente nei sei episodi che dettano i binari di questa miniserie, come d’altronde non si vede mai il costume di Moon Knight tutto sporco di sangue, come invece accade frequentemente nella versione fumettistica.

Questo, un elemento che oggettivamente porta a descrivere in maniera incompleta, ma non malvagia, il personaggio di Marc Spector. Si descrivono bene le ragioni di quest’ultimo, le motivazioni legate all’esistenza della personalità di Steven Grant. Ma non c’è mezza parola sul motivo per cui esiste Jake Lockley, che oltretutto – vedendo la post-credit – appare come il vero avatar di Khonshu sulla Terra.

Tolto questo, ci sono dei punti notevoli da evidenziare, che rendono oggettivamente questa serie televisiva interessante e gradevole. L’interpretazione di Oscar Isaac, capace di cambiare accento davanti a ogni singola personalità di Marc Spector, in una prova attoriale che definirei eccelsa. Una serie tv che ripercorre il folle stato mentale del protagonista, con profondi loop tra le varie personalità, mondo dei morti e rotture temporali sull’ordine cronologico delle scene.

 

IL PROBLEMA DI MOON KNIGHT E’ STATA LA DISNEY?

Per un critico cinematografico, la risposta è d’obbligo: penso proprio di sì!

Se a parere di molti critici, Sam Raimi ha posto quel giusto bilanciamento tra violenza e intrattenimento per il prodotto Disney con “Doctor Strange nel Multiverso della Follia”, questa serie televisiva non ha potuto, anche temporalmente, godere dello spunto filmico del regista statunitense. Tra una gag con Doctor Strange e Wong, Raimi mette su schermo l’esplosione delle teste di Mister Fantastic e Freccia Nera, per non parlare delle ulteriori morti cruente del Professor X, la variante di Captain Marvel, Defender Strange, Supreme Strange o Captain Carter, il tutto in un film targato Disney e adatto ai più piccoli.

Col senno di poi, forse l’ultimo film di Strange avrebbe fatto da apripista a un Moon Knight più violento, magari con il personaggio che avrebbe fatto vedere il proprio costume sporco del sangue dei nemici.

Invece, si è provveduto a raccontare una storia che per le ambientazioni ha soddisfatto i fan, ma che ha omesso tutta una serie di caratterizzazioni del personaggio, in dinamiche che hanno creato un’oggettiva delusione verso il prodotto televisivo.

 

“MOON KNIGHT 2” CI SARA’?

Che qualcosa continui a raccontare le avventure di Marc Spector, è sicuro. Non si sa però come, visto che parliamo di una miniserie e i Marvel Studios tengono il segreto su un’eventuale seconda stagione o addirittura un film da sala cinema.

C’è però un precedente importante da tenere a mente. La post-credit di “Wandavision” tenne aperta la storia, ponendo la sua naturale continuazione in “Doctor Strange nel Multiverso della Follia”, coronando oltretutto Scarlet Witch, e quindi Elizabeth Olsen, come la vera protagonista del film.

Potrebbe accadere lo stesso con Moon Knight, con i Marvel Studios forti dell’interpretazione stratosferica di Oscar Isaac. Dopotutto, se si pensasse a un film da cinema, viene pure più facile sognare un “Cavaliere della Luna” in versione più splatter, magari anche rifacendosi a quei dogmi di regia suggeriti da Sam Raimi.

 

VOTO SERIE TV: ⭐⭐ 1/2

 

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