Notando i commenti delle testate giornalistiche ai fatti di Sapienza avvenuti questa mattina, sembra che il mondo si sia rovesciato. Fa strano vedere come i giornali dipingano di un’aurea angelica i violenti che volevano interrompere un convegno di Azione Universitaria, definendo gli Antagonisti come dei normali “studenti in protesta”. Va bene l’influenza della politica sul racconto di una notizia, ma così si finisce di raccontare una favola capo né coda.
Eppure nella democratica del 2022, si arriva anche ad armarsi di spranghe per far saltare un convegno. Farlo zompare soprattutto quando a proporlo sono liste del Centrodestra studentesco, come la storica sigla di Azione Universitaria. Arrivare alla minaccia verbale e successivamente alla violenza fisica, pur di negare la parola a quello che definiscono un nemico politico, meritevole oltretutto di essere un “polo escluso” all’interno del dibattito politico studentesco e nazionale. Indipendentemente, poi, se oggi c’è un Governo di Centrodestra con premier Giorgia Meloni.
Le cariche alla Facoltà di Scienze Politiche de La Sapienza
All’interno dello storico Ateneo romano, la situazione si è surriscaldata per l’organizzazione del convegno “Capitalismo buono” da parte di Azione Universitaria. La storica lista di Centrodestra, oltre a invitare il giornalista Daniele Capezzone (La Verità) e l’on. Fabio Roscani (Fratelli d’Italia e Presidente di Gioventù Nazionale), metteva in scena l’evento all’interno della Facoltà di Scienze Politiche, ovvero uno storico fortino rosso della Sinistra studentesca.
L’aria all’interno del primo Ateneo romano era pesante già da settimane, quando in previsione delle elezioni studentesche per le nuove rappresentanze, i banchetti e le bacheche di AU erano stati attaccati dai Collettivi, come peraltro avvenuto nella Facoltà di Economia e successivamente Giurisprudenza. Oggi l’epilogo, dove violenti hanno provato a irrompere nella Facoltà di Scienze Politiche per interrompere il convegno, per altro regolarmente autorizzato dall’Università.
Nessuna protesta pacifica, tantomeno intenzioni di dialogo verso il tema del convegno per accendere un dibattito con più punti di vista. Una Polizia costretta a caricare non per un abuso di potere, quanto invece per tutelare l’incolumità degli organizzatori dello stesso evento politico. Dopotutto, gli elementi di Estrema Sinistra chi sarebbero per dire chi può parlare o meno all’interno dell’Ateneo? Ma soprattutto: tutte quelle persone che hanno preso parte alle violente proteste, erano realmente studenti della Sapienza? Conoscendo l’Estrema Sinistra, il dubbio è lecito.
La risposta di Azione Universitaria ai fatti di oggi
La reazione dei responsabili di AU è di rabbia, oltre che di stupore per il modo “fantasioso” in cui è stata ripresa la notizia legata ai fatti de La Sapienza di oggi. Dall’Esecutivo Nazionale, Piergiovanni Canto: “A seguito dell’ennesimo episodio di violenza ai danni di Azione Universitaria noto con dispiacere un susseguirsi di numerosi articoli ripresi dalle maggiori testate nazionali parlare di ‘studenti manganellati ad un convegno di FDI'”.
Prosegue: “La realtà è ben diversa, ad essere stati caricati stamattina non sono stati degli studenti in protesta bensì violenti che da settimane provano con la prevaricazione e la violenza a mettere a tacere centinaia di ragazzi impegnati nella loro attività associazionistica all’interno della Sapienza. Con la stessa violenza oggi hanno provato ad impedire lo svolgimento del nostro convegno sul Capitalismo. Le forze dell’ordine non hanno dunque caricato gratuitamente degli studenti, bensì garantito la nostra incolumità da un’aggressione di facinorosi”.
Conclude Canto: “Ci aspettiamo, come Azione Universitaria, che le testate giornalistiche che hanno ripreso la notizia in maniera forviante garantiscano il diritto di replica a chi quotidianamente subisce violenza verbale, fisica, e psicologica da questa gentaglia. Richiediamo dunque a gran voce il diritto di raccontare questa storia dal nostro punto di vista; quello di un centinaio di studenti sequestrati dall’odio ideologico dei collettivi”.