Papa Francesco propria a risvegliare la coscienza degli italiani e dei fedeli: “Chiunque ferisce una donna, profana la figura di Dio”.
“Chi ferisce una sola donna, profana Dio”. Nuovamente Papa Francesco riparte dall’attualità, e quindi dalla questione della violenza sulle donne, per lanciare un appello importante per questo inizio di 2024.
Le parole di Papa Francesco sulla violenza verso la donna
Dopo le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il discorso di fine anno, un altro leader mondiale – e in questo caso spirituale e religioso – prova a stimolare le coscienze degli italiani. Della violenza di genere, di cui ci siamo ampiamente occupati in passato con convegni, conferenze e articoli di approfondimento, possiamo dire come oggi sia un problema che riguarda tutta l’Italia. La piaga del patriarcato, come propaganda l’area progressista e femminista italiana, è solo una faccia della medaglia all’interno di questa vicenda. Il problema non è solo culturale, ma anche di un modello sociale incentrato prevalentemente sulla diffusione e l’emulazione della violenza.
Una televisione incentrata sul modello della violenza
La cronaca nera che domina i nostri telegiornali; la volgarità e il trash che occupano quasi ogni programma televisivo; la violenza nei testi musicali italiani, e prettamente nel genere trap o rap; il criminale che diventa divo televisivo attraverso l’apporto di serie televisive, principalmente di Sky o Netflix. Bastano questi esempi per evidenziare una deriva culturale italiana?
I problemi della Generazione Zeta verso la violenza sulla donna
La violenza è un fenomeno che coinvolge tutte le fasce d’età, con uomini più anziani che peccano di eccessiva ignoranza e ragazzi della Generazione Zeta che idolatrano la figura del trapper dalle movenze gangster. Tutto ciò, in un muro educativo italiano che fa acqua da tutte le parti: genitori sempre più assenti in casa per il lavoro (e per portare i soldi in casa); scuole incapaci di educare alle relazioni interpersonali, l’affetto e i rapporti amorosi. Un disegno nefasto che, come ci racconta la cronaca, non fa distinzioni tra classi sociali e prestigio della scuola.
Il problema non è solo il patriarcato, ma una dimensione più grande che avrebbe bisogno di una dimensione culturale, e politica, per essere disincentivata e magari estinta.