Il chiosco occupato davanti al Teatro dell’Opera di Roma continua a esistere: una storia di denunce finisce in Tribunale. Il racconto della vicenda.
La scorsa settimana ci eravamo soffermati sulla storia di un chiosco occupato da clochard a pochi passi dalla Stazione Termini e soprattutto il Teatro dell’Opera di Roma. La vicenda, segnalata da un residente del quartiere Esquilino, c’interessò particolarmente non solo per il disagio recato ai residenti di quella zona del Centro Storico: in un’area prettamente turistica, i turisti di tutto il mondo erano costretti a vedere una latrina a cielo aperto.
Il chiosco del degrado nel Centro Storico di Roma
Come ci spiegano altri residenti della zona, il chiosco del degrado è un problema annale su via Principe Amedeo. Una situazione di abbandono così grave, che in passato il Comune di Roma è stato portato anche davanti a un giudice del Tribunale. Infatti la vicenda negli anni ha visto un movimento da parte delle istituzioni, che non sempre è arrivato alle orecchie dei residenti del Centro Storico e soprattutto alla fine non si è rivelato risolutivo verso la problematica.
La lotta giudiziaria attorno al chiosco del degrado nei pressi del Teatro dell’Opera
Andiamo per ordine, poiché la vicenda giudiziaria attorno a questo chiosco vedrà degli alti e basi degni di una montagna russa al luna park. Tutto parte dalle segnalazioni dei residenti della zona, che abitualmente vivono o lavorano proprio su via Principe Amedeo. Tra Polizia Locale e forze dell’ordine (Carabinieri e Polizia di Stato) viene segnalato lo stato di degrado in cui versa il chiosco, che risulta di proprietà privata.
Lo spazio è diventato un punto di riparo per clochard e sbandati presenti nella zona della Stazione Termini, che ai piedi di quel piccolo spazio hanno creato un punto di forte degrado: depositano spazzatura, consumano birra e vino, espletano i loro bisogni fisiologici sul marciapiede, dormono ai piedi della struttura e all’interno di un’area angusta e maleodorante.
Le segnalazioni portano a svariati sopralluoghi sul posto da parte delle forze dell’ordine e i vigili urbani, che non possono far altro che confermare la situazione di grave degrado e relazionano la vicenda, per quello che concerne la Polizia Locale, al Comune di Roma (che all’epoca vede l’amministrazione della sindaca Virginia Raggi).
Le rivendicazioni del Comune di Roma e l’esito dei processi
Tra i punti elettorali della sindaca Raggi e il Movimento 5 Stelle, c’era l’obiettivo della riqualificazione degli spazi urbani della Città Eterna. Si può dire che sul caso del chiosco degradato, l’iniziativa degli uffici della Sindaca perseguano questo iter. La struttura mobile – un carretto – è privata, con i residenti che sosterrebbero una presunta inattività del chiosco da molteplici anni. Situazioni per cui il Comune di Roma, cosciente della centralità turistica della strada, chiede la rimozione della struttura per risolvere la vicenda. Dopotutto, la stessa via vede la presenza di molteplici hotel e ristoranti lussuosi, oltre a importanti aree di cultura come un centro congressi e soprattutto il Teatro dell’Opera.
Dopo le indagini del caso e gli iter processuali, il Comune sotto la guida di Virginia Raggi sembra vincere la battaglia legale. Nonostante le resistenze del legittimo proprietario dello spazio, che al contrario afferma l’utilizzo continuativo del chiosco a fini commerciali, la realtà di Roma Capitale vince la causa e tutto sembrerebbe portare verso lo smantellamento della struttura.
Non fosse come il ricorso al Tar del Lazio, impugnato dallo stesso proprietario dello spazio, di fatto ribalta il giudizio del Tribunale. Il titolare non solo dimostra come il chiosco sia aperto, ma addirittura vince una causa storica contro il Comune di Roma. Morale della favola: l’attività rimane chiusa e i clochard continuano a utilizzare l’area per portare degrado.
L’eredità della vicenda, per forza di cose, oggi passa nelle mani del sindaco Roberto Gualtieri. Parlando delle riqualificazione delle aree urbane di Roma in vista del Giubileo, i lavori di restyling urbanistici su piazza dei Cinquecento e piazza della Repubblica porteranno, inevitabilmente, a fare i conti con il caso di via Principe Amedeo. La problematica, questa volta, sarà definitivamente risolta?