Il Comune di Roma valuta una tassa di autoriparazione per gli inquilini della case popolari: la proposta accende la polemica in Campidoglio.
Il Comune di Roma starebbe valutando un regolamento per l’autoriparazione degli stabili nelle case popolari di Roma. L’idea del sindaco Roberto Gualtieri sembra l’extrema ratio davanti a una situazione di forte fatiscenza degli edifici dedicati all’edilizia residenziale pubblica, in un vortice dove al momento il Campidoglio non ha trovato una soluzione per risolvere le annose problematiche legate a queste strutture. Anzi, vorrebbe far pesare i costi sugli inquilini regolari di queste realtà: persone che, nella maggior parte dei casi, hanno vulnerabilità economiche e non possono permettersi l’acquisto o l’affitto di una casa altrove.
La polemica attorno all’autoriparazione delle case popolari a Roma
A sollevare la vicenda nel Consiglio Comunale di Roma, è il capogruppo della Lega Fabrizio Santori. Il consigliere di opposizione ha posto l’ennesimo attacco alla Giunta di Gualtieri, che in questa occasione vorrebbe far pesare il costo degli stabili popolari sulla cittadinanza che vive quelle strutture abitative. Un’idea bizzarra quella del Comune di Roma, con la maggioranza del Partito Democratico che aumenterebbe le difficoltà di quelle famiglie con gravi fragilità economiche.
Anni di problemi sulle spalle dei cittadini
I costi di autoriparazione, almeno nel caso di Roma e gli stabili popolari sotto la gestione comunale, non sono pochi. Con un simile regolamento, gli inquilini dovrebbero far fronte ad anni di assenza istituzionale in quegli edifici e la mancanza d’interventi da parte degli enti competenti. Una situazione che, nei fatti, potrebbe rivelarsi come una mazzata per gli inquilini regolari, che pur pagando regolarmente i canoni d’affitto comunali mensili si troverebbero anche la beffa di dover saldare il conto sulle riparazioni dell’edificio (in un servizio che dovrebbe già offrire il Comune).
Quale politica dovrebbe guardare Roma per le case popolari
Eppure, le politiche del Comune di Roma verso le case popolari dovrebbero essere semplici e intuitive: negli edifici sotto la sua gestione, il Campidoglio dovrebbe garantire delle condizioni dignitose di quegli stabili e soprattutto rendere quei posti sicuri per quegli inquilini che ci vivono all’interno.
Un’altra linea potrebbe essere anche quella legata al perseguimento della legalità in quelle strutture, liberando quegli appartamenti occupati abusivamente. Dopotutto, in questa vicenda, gli occupanti sarebbero i primi a non pagare nessun bollettino legato all’autoriparazione dello stabile dove sono abusivi. Ma soprattutto c’è la necessità d’intervenire sul ripristino dell’igiene e la sicurezza in queste strutture, nel 2024 sempre più fatiscenti e complesse da vivere per cittadini e famiglie.
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