Dopo la bonifica della discarica abusiva nel Parco Pallotta di Ostia, rimane un altro problema: la presenza di una cospicua comunità di topi
Piacevole risveglio per i residenti di Ostia Ponente, che lunedì mattina hanno visto la pulizia della discarica abusiva all’interno del Parco Giuseppe Pallotta. La spazzatura, che sorgeva proprio davanti all’area cani del giardino pubblico, era il “ricordino” lasciato da un ex accampamento abusivo utilizzato da un clochard della zona, che nello spazio verde aveva creato durante l’estate scorsa un proprio rifugio di fortuna.
La pulizia provvisoria del Parco Pallotta
Da diversi mesi i residenti chiedevano l’intervento del X Municipio di Roma Capitale sull’accampamento abusivo dentro il Parco Pallotta, che aveva fatto sorgere una montagna di rifiuti sul lato dell’area verde che affaccia verso i centri commerciali. Una situazione rimasta invariata anche dopo lo spostamento del clochard che viveva la zona, che si era contornato di qualsiasi tipo di rifiuto e soprattutto aveva creato delle condizioni igieniche proibitive per ogni essere umano.
Il problema dei topi
Oltre al problema della spazzatura, l’accampamento è diventato un’area dove nel tempo hanno nidificato sempre di più i topi. Una situazione infausta ben evidenziata dal consigliere Giuseppe Conforzi (Capogruppo di Fratelli d’Italia in X Municipio), che proprio la settimana scorsa aveva sollevato in Consiglio municipale le carenti condizioni igieniche del Parco Pallotta. A poche ore dalla raccolta dei rifiuti nell’area verde, i ratti sono rimasti: di sera la colonia cammina libera sulla pedana di mattoni e gli scalini, trovando riparo in una siepe vicino all’area cani.
Perché sono pericolosi i topi al Parco Pallotta di Ostia?
La situazione è gravosa, come espongono i residenti. Un sopralluogo effettuato durante lunedì sera, ha scorto 4/5 topo in prossimità dell’area cani, mentre erano usciti alla ricerca dei rifiuti portati via dal Comune. Un fenomeno pericoloso, considerato che in questo stato può crearsi la condizione per cui i ratti provano a mordere gli esseri umani o i cani che visitano il Parco Pallotta: morsi che, in entrambi i casi, possono trasmettere gravi malattie.
Le condizioni per un simile scenario sono varie. I ratti sono da anni presenti all’interno del Parco Pallotta, spostandosi con la propria colonia di poche decine di metri dal canneto dell’autolavaggio alle spalle dall’area cani. Una comunità di roditori che sembra cresciuta, con gli animali che potrebbero essere diventati aggressivi soprattutto per difendere eventuali cuccioli. Se ciò non bastasse, la presenza ravvicinata all’uomo potrebbe farli sentire minacciati e quindi costringerli ad attaccare, lasciando – per istinto di sopravvivenza – quei modi timidi e diffidenti verso il confronto con gli esseri umani.
In ultimo, ma non meno importante, bisogna valutare anche la condizione dei topi. In uno spazio che ora non vedrà rifiuti, ma ugualmente rimane degradato, nulla certifica come i ratti non siano toccati da morbi come la rabbia o altre malattie che li rendono aggressivi. Patologia derivante da un virus e che colpisce il sistema nervoso centrale delle persone, qualora si venisse morsi per l’appunto dai roditori. Ecco allora che la necessità di una derattizzazione della zona, peraltro nei pressi di attività commerciali e sociali, diventa di priorità elevatissima.