Ad Acilia, è stata installata una nuova antenna telefonica su via Edoardo Gioja: Giuseppe Conforzi chiede chiarimenti al Presidente del X Municipio

Una nuova antenna telefonica è spuntata nel terreno privato di via Edoardo Gioja di Acilia, in una situazione fortemente contestata dai residenti locali. Dopo l’installazione di una prima torre legata alla telefonia mobile durante la primavera dello scorso anno, da qualche giorno gli operai sono al lavoro per piantare una nuova stazione nel quartiere. Tutto, purtroppo, a pochi passi da ville e palazzine dove vivono i cittadini, oltre alla presenza di una scuola.

L’antenna a pochi passi dalla scuola di Acilia

La denuncia pubblica è arrivata dal signor Silvio, che già era sceso in prima linea per protestare contro la prima antenna installata nel terreno di via Gioja. Da venerdì scorso, le istituzioni avrebbero autorizzato il potenziamento delle torri di telefonia, con una nuova struttura in metallo sul quale stanno lavorando gli operai. Tutto con l’autorizzazione, come mostrano i documenti che illustrano i lavori, della Regione Lazio e conseguente avviso agli uffici del Comune di Roma.

Come fa notare il signor Silvio, le due antenne distano meno di 200 metri dall’Istituto Comprensivo Alessandro Magno, situato su via Oscar Ghiglia. Una struttura primaria frequentata da bambini, insegnanti e personale scolastico, coi piccoli che pranzano anche all’interno della mensa interna: servizio della scuola che, sfortunatamente, col proprio locale è presente in linea d’aria proprio sotto le immense antenne della telefonia mobile di via Gioja.

Genitori e famiglie sul piede di guerra

La situazione crea allarmismo ormai da 10 mesi nella zona al confine tra Acilia, Malafede e l’Axa. La paura di radiazioni è concreto per i genitori dei piccoli studenti della scuola elementare Alessandro Magno, gli abitanti dei palazzi che affacciano su via Francesco Menzio, oltre alle ville presenti lungo via Torrile e le strade limitrofi. Una situazione che, allo stato delle cose, potenzia le strutture radiomobili proprio sopra la testa delle migliaia di residenti.

La guerra contro le antenne nel quadrante di Acilia Sud

La cittadinanza del quadrante è in guerra aperta con chi vorrebbe installare i manufatti all’interno del terreno di via Gioja. Dai quartieri limitrofi alle installazioni, sono già molteplici le lettere destinate al Comune di Roma e in attesa di una risposta da parte delle istituzioni locali. Come spiegano senza giri di parole i residenti, nel giro di un anno le antenne sono raddoppiate all’interno del terreno: cosa preclude, allora, che nei prossimi mesi possano sorgerne ulteriori?

Dopotutto le torri telefoniche, fatte principalmente in acciaio, sono state messe a sorpresa all’interno del quartiere. A maggio 2024, gli operai installarono un antenna all’interno del terreno con un lavoro eseguito in piena notte, riservando così uno dei risvegli più amari per i residenti che vivono al confine tra Axa, via di Acilia e il quadrante di Terrazze del Presidente e Malafede. Una storia che, nei modi, si è ripetuta a un anno di distanza: i tecnici sono tornati nuovamente in piena notte, ergendo l’installazione in metallo e usando queste ore per completare la fissione dell’enorme struttura.

Le nuove antenne telefoniche di Acilia: cosa sa il X Municipio di questa storia?

La vicenda delle antenne di via Gioja, dove aver innescato la protesta del Comitato di Quartiere locale e una manifestazione durante lo scorso anno, ora ha toccato l’interesse del capogruppo di Fratelli d’Italia in X Municipio Giuseppe Conforzi. Il consigliere ha scritto una lettera al presidente Mario Falconi e gli assessori Guglielmo Calcerano e Valentina Prodon, chiedendo delucidazioni sulla regolarità delle torri telefoniche a pochi passi dalla scuola Alessandro Magno.

Come evidenzia Conforzi nella propria lettera, è necessario che il X Municipio spieghi se le installazioni di via Gioja siano regolari in merito alle normative vigenti. Inoltre, si chiede agli enti competenti di spiegare se tali antenne sono nocive per la salute pubblica, in due manufatti che oggi stanno concretamente creando un problema di vivibilità per i residenti e soprattutto un enorme danno immobiliare per chi vuole vendere la propria abitazione in quella zona.