Le borseggiatrici sono le vere padrone delle banchine sulla Metro B di Roma: ecco le colpe di Atac e del Consiglio Comunale sul fenomeno
Non c’è modo di limitare l’accesso alle borseggiatrici sulla linea della Metro B. Al pari del percorso “A”, il Comune di Roma Capitale esce sconfitto nella battaglia alle ladruncole sulle linee metropolitane della Città Eterna. L’arrivo della Polmetro ha mostrato di non aver risolto il problema dei furti nelle stazioni ferroviarie romane, con gruppi criminali dedicati al borseggio che sono diventati i veri padroni delle banchine presenti sulle linee delle metropolitane capitoline.
Le borseggiatrici incontrastate sulle banchine della Metro B
Il feudo da difendere, per i borseggiatori e le borseggiatrici, rimane la Stazione Termini. A Roma, l’unico meccanismo che potrebbe averli indeboliti sono le lotte intestine tra gruppi criminali, che si contendono le banchine sulla Metro B e quindi il terreno di caccia per derubare – ogni santo giorno – pendolari o turisti inconsapevoli. Eccetto le rivalità tra i clan nomadi e latinos, le iniziative del Comune di Roma Capitale e soprattutto il Ministero dell’Interno non sembrano aver scalfito il monopolio criminale di queste realtà. Tutto questo nonostante le mediaticità dei fenomeni, oggi ripreso anche da giornalisti e youtuber.
La rassegnazione di Atac
Oltre ai borseggiati, l’azione dei “ladruncoli da Metro” danneggia anche chi gestisce il sistema metropolitano a Roma: l’ATAC. Oggi l’azienda è vulnerabile all’azione dei borseggiatori sulle banchine delle proprie linee metropolitane, come nel caso della Metro B. Come evidenzia uno studio di Welcome To Favelas, nessun regolamento aziendale al momento pone un limite di tempo allo stazionamento su una banchina metropolitana. Una condizione che, alle superficialità dell’azienda, oggi chiama in causa anche il Campidoglio: nessun consigliere – tra maggioranza e opposizione – avrebbe pensato in oltre un decennio di far inserire un limite di tempo sulle banchine, in una proposta utile quantomeno a ostacolare l’azione delle borseggiatrici e i borseggiatori in questo periodo storico.
I treni rimangono un campo da caccia
La mancanza di un regolamento aziendale o una regola comunale verso l’utilizzo costruttivo delle banchine, oggi permette ai borseggiatori un’azione criminale incontrastata. Tra uomini e giovani ragazze, i malviventi hanno tutto il tempo di attendere e salire sui treni, ma soprattutto scegliere con grande cura le vittime cui sfilare un portafoglio, una borsa o addirittura il telefono cellulare. Una situazione dove, il vigilantes Atac, non può certo sostituirsi alla legge o tantomeno a quei regolamenti comunali che oggi sono inesistenti.