Roghi tossici al campo nomadi di Monti Tiburtini a Roma

Campo nomadi a Monti Tiburtini, aria irrespirabile per i roghi tossici. Cittadini scrivono al Prefetto di Roma

Di fronte alla stazione ferroviaria di Monti Tiburtini, si staglia un campo rom: Fabrizio Montanini scrive al Prefetto Lamberto Giannini per i roghi tossici

Sono esasperati i residenti del IV Municipio, che ormai da mesi segnalano la presenza di un accampamento nomade nel quadrante dei Monti Tiburtini. Come in altre zone di Roma, il campo rom è diventato una fonte di continui disagi per la cittadinanza locale: non solo persone che continuamente rovistano nei rifiuti e riversano tutto a terra, ma anche molteplici segnalazioni legate ai furti in appartamento e i roghi tossici nella zona. Una situazione che, alla lunga, ha portato la cittadinanza a esporre il problema al Prefetto Lamberto Giannini e chiedere degli urgenti interventi (qui la lettera).

L’accampamento rom sorto a Monti Tiburtini

La situazione è stata sollevata nuovamente dal consigliere del IV Municipio per Forza Italia Fabrizio Montanini, che nuovamente ha evidenziato i problemi creati da quest’accampamento. Il sito sorge a pochi passi dall’area verde fuori la stazione di Monti Tiburtini, dove nel tempo sono sorte molteplici baracche legate alla comunità rom della zona. Aree lasciate al completo degrado, in un quadro di completa illegalità e immobilismo da parte degli enti competenti.

Il problema dei roghi tossici

Tra le situazioni più sentite e legate all’accampamento di Monti Tiburtini, c’è sicuramente il fenomeno legato ai roghi tossici. All’interno del sito, i nomadi continuano a bruciare quintali di rifiuti ogni giorno. Questi renderebbero l’aria irrespirabile in un vasto quadrante del IV Municipio e le aree di Roma limitrofi, con la situazione che rischia di gravare sulla salute dei singoli cittadini. Come evidenziato da più persone, diventa sempre più complesso tenere le finestre aperte in casa per l’arrivo dei fumi dalla baraccopoli dei rom.

Gli altri disagi della baraccopoli a Monti Tiburtini

Se il problema ambientale è tangente e tocca la coscienza di centinaia di residenti, rimane anche quello legato ai rischi igienico-sanitari. I nomadi vivono in latrine a cielo aperto e senza bagni chimici, in zone dove possono fare breccia malattie e degrado. Condizioni gravose rinvenute anche ai cassonetti dell’AMA o della raccolta degli abiti usati, dove i nomadi compiono abitualmente rovistaggio e puntualmente rovesciano tutti i contenitori a terra. Tra gli episodi più noti, quello legato al riversamento in terra d’interi cassonetti dei rifiuti, con la spazzatura e l’umido che richiamano sui marciapiedi topi e gabbiani.

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