Sul caso Juan Jesus-Acerbi, ci pensano la televisione e i giornali a fare il processo mediatico. Tutto mentre il Giudice Sportivo ancora non si è espresso.
E’ diventato un caso politico la vicenda che vede protagonisti Juan Jesus e Francesco Acerbi. Da una parte il giocatore brasiliano, che ribadisce come il difensore nerazzurro lo abbia offeso in maniera razzista. Dall’altra il giocatore italiano, che ormai da giorni rimanda al mittente le accuse di razzismo e deve fare i conti con una gogna mediatica dalle dimensioni inimmaginabili. Sul calciatore azzurro, forse ex, televisioni e giornali randellano come mai era probabilmente capitato in passato.
La gogna mediatica sul caso Juan Jesus-Acerbi
Partiamo con una premessa: un caso di giustizia sportiva è diventato, suo malgrado, pane per media e l’ennesima arma per attaccare il governo di Giorgia Meloni. Cosa poi c’entri la Premier con la vicenda di un singolo giocatore, è un grosso mistero che alcuni opinionisti tra Rai Tre, Rete 4 e La7 dovrebbero svelarci. Nel mentre c’è una certezza: Francesco Acerbi è il nuovo mostro da mettere in copertina e a cui far giocare la carriera.
La strumentalizzazione attorno al presunto episodio di razzismo
Il difensore nerazzurro, forse ex dalle prossime settimane, paga pegno di un fatto: gli insulti razzisti, così come il razzismo in generale, non vanno mai fatti. Tantomeno in questo periodo storico, dove con il politicamente corretto tutto diventa un’arma per demonizzare il ritorno dell’estrema destra in Italia e la deriva xenofoba della società. Acerbi, prima delle sue probabili colpe, paga la strumentalizzazione di un episodio in chiave politica e per far vendere copie di giornali (cartacei e online).
Il Giudice Sportivo e il caso Juan Jesus-Acerbi
Dopotutto, sulla vicenda la dice lunga anche la decisione del Giudice Sportivo: “Ho bisogno di ulteriori indagini per valutare e decidere, devo ascoltare le versioni dei diretti interessati”. Insomma di chiaro, a livello di giustizia sportiva, c’è ben poco. Ma ugualmente, in barba a quel garantismo che dovrebbe sempre esistere in Italia, da Mediaset a Cairo più di qualche giornalista ha già condannato Acerbi all’addio alla Nazionale e magari al calcio giocato.
Se il giudice ravvedrà degli elementi che rendono incontrovertibili le colpe di Acerbi, il giocatore venga punito per esse. Ma con pene eque, non certo il tribunale popolare messo in piedi da troppe televisioni nelle ultime ore. Venga condannato sulla base di un professionista che ha sbagliato, nonostante per una carriera intera si sia distinto come uomo di sport leale, che ha sconfitto un importante malattia e soprattutto è stato volto di spogliatoio.
Gli interessi dietro il caso Juan Jesus-Acerbi
Si tenga anche conto dei contorni di questa vicenda, a cominciare dalla posizione di Juan Jesus: probabilmente vittima, ma sempre con il dente avvelenato verso la sua ex squadra, ovvero l’Inter. Insomma, troppi interessi attorno a una vicenda che si sarebbe potuta tradurre come un brutto episodio nel rettangolo di gioco, peraltro in un primo momento chiarito dai due giocatori. Se Acerbi, mandato via dal ritiro azzurro, non avesse rilasciato dichiarazioni a Le Iene, probabilmente oggi la vicenda si sarebbe discussa nell’unico posto dove era legittimo farlo: l’ufficio del Giudice Sportivo.