Protesta all'Università di Napoli

Da Parenzo a Molinari, tacciato di “fascista” chi parla del genocidio palestinese e sionismo

Contestato Maurizio Molinari all’Università Federico II di Napoli, gli studenti non lo fanno intervenire in un convegno sul Mediterraneo.

Foto di Maurizio Molinari
Impedito l’intervento del giornalista Maurizio Molinari all’Università Federico II di Napoli (credits Meeting Rimini) – Ilmarforio.it

“No sionisti nelle Università”. Prosegue la protesta dei collettivi di estrema sinistra, che questa volta hanno impedito al giornalista Maurizio Molinari d’intervenire a una conferenza presso l’Università Federico II di Napoli. Gli universitari insorti hanno impedito al direttore de La Repubblica di parlare nell’Ateneo partenopeo, negandogli l’intervento sulla situazione del Mediterraneo.

I fatti di Napoli con Molinari e la reazione del mondo intellettuale italiano

Premettiamo una cosa: un’Università dovrebbe essere sempre un luogo libero, dove esprimere le proprie idee o le proprie posizioni politiche. Proprio per quel contesto culturale sul quale si erge da secoli, un Ateneo dovrebbe promuovere la via del dialogo, la pace tra i popoli, la capacità della parola nel superare qualsiasi criticità diplomatica.

Non certo il mondo accademico e giornalistico italiano, che ormai fanno la gara alla santificazione di Israele e il mondo sionista. La santificazione, in chiave vittimistica, di chi ormai da decenni perpetra un vero genocidio ai danni del popolo palestinese e in maniera totalmente impunita. Un mondo che, tramite soldi e potere, compra spazi mediatici per apparire la vittima di turno e ponendo un profondo revisionismo storico sulla crisi mediorientale.

La protesta anti-sionista dell’estrema sinistra italiana

Quando una certa sinistra radicale invoca il taglio delle collaborazioni tra le Università italiane e Israele, ha ragione da vendere (una volta tanto). Vogliamo atenei liberi e capaci di analizzare i fatti storici senza influenze, specialmente di natura economica e provenienti da una multinazionale in seno a qualche magnate sionista. Vogliamo atenei capaci di cercare la verità, senza che per farlo qualcuno li minacci di tagliare qualche lauto finanziamento alla ricerca proveniente da Tel Aviv.

David Parenzo contestato all'Università La Sapienza di Roma
David Parenzo contestato all’Università La Sapienza di Roma – Ilmarforio.it

La sfida al mondo intellettuale italiano sul conflitto israelo-palestinese

L’Italia ha la necessità di tornare un paese libero, almeno sul piano intellettuale. Se la politica ci mette, di fatto, al collare d’Israele e Stati Uniti d’America, i nostri intellettuali hanno la necessità di virare sulla pista di un mondo dove pensare la società e non allietare l’editore di turno. Utopia per lo scenario editoriale italiano, ma da qualche parte serve cominciare.

Oggi Maurizio Molinari, ieri David Parenzo. Giornalisti convintamente sionisti, incapaci di avere una visione equilibrata dei fatti sulla Striscia di Gaza. La legittimazione di un genocidio che il mondo delle televisioni tacciono, in un fenomeno che vorrebbero anche giustificarci come “opposizione ai totalitarismi islamici”. Qui, sotto bombe e droni, muoiono solo centinaia di bambini palestinesi ogni giorno. Tutto senza che nessuno ne parla, un telegiornale approfondisca o un parlamentare – da destra a sinistra – s’indigni davanti a una vergogna di portata mortale. Tutti parlano della “povera Israele”, ma per i bambini palestinesi nessuno prende parola.

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