Abbiamo passato una giornata al Festival dell’Oriente 2024 che si è svolto all’interno della Fiera di Roma: ecco come lo abbiamo trovato e cosa abbiamo visto.
Il Festival dell’Oriente è tornato a Roma. La fiera, che oggi praticamente ospita le culture di quasi tutti i continenti del mondo, è partita il 20 Aprile 2024, annunciando di rimanere aperta anche per le giornate del 25, 27, 28 Aprile e il Primo Maggio. Come ogni anno, la manifestazione è visitatissima dai cittadini romani: tante persone amanti dell’Oriente si aggirano tra gli stand, ma anche tante altre persone curiose di conoscere una nuova cultura artistica o culinaria.
Le culture rappresentate dal Festival dell’Oriente
Il festival si dimostra una manifestazione globale, soprattutto quest’anno. Tutta la parte asiatica è ben rappresentata, con espositori che hanno portato prodotti tipici da paesi come il Giappone, la Cina, la Corea del Sud, l’India, Tibet, l’Indonesia, il Vietnam, lo Sri Lanka o la Thailandia, solo per citare qualche nome. Girare tra i singoli stand è una nuova scoperta per i visitatori: la cultura orientale non è solamente quella legata alla sfera giapponese o cinese. C’è tanto altro, fatto di forti capitoli di storia e soprattutto una cultura che per prima cosa plasma la sfera dell’anima.
Il viaggio sensoriale tra gli stand
Addentrandoci negli stand, veniamo accolti da particolari odori che ci riportano alla cultura indu o buddista. Profumi piacevoli e in grado di risvegliare i sensi, tanto da far venire voglia di comprare quei particolari aromi e iniziare dentro la propria casa un percorso che ci avvicini alla sfera meditativa. Negli stand poi tutto l’occorrente per compiere questo viaggio spirituale, tra oggetti che sono l’emblema del mondo meditativo orientale.
Un altro mondo in confronto all’Europa
Tutto questo in costante contatto con le associazioni culturali e gli sciamani intervenuti alla manifestazione, che dai diversi palchi provano a spiegarci – a noi europei – la dimensione del mondo interiore, la ricerca della meditazione e soprattutto la via del benessere. Una cultura che, nei fatti, va nell’esatta direzione opposta dell’Italia: qui siamo un Paese caotico, continuamente distratto e che ormai ha perso il proprio rapporto con la natura.
La cucina etnica al Festival dell’Oriente
La centralità della manifestazione, oltre il piano culturale, è la dimensione culinaria. I maggiori paesi asiatici portano un proprio stand dove espongono i piatti della propria cucina. Una felicità per i palati che amano il mangiare etnico, ma soprattutto tante persone che si apprestano – forse per la prima volta – ad assaggiare dei piatti fino a quel momento sconosciuti e di cui è anche difficile andare a pronunciare il nome: pietanze nuove, ma capaci di sorprendere per sapore e intensità.
Le culture extra asiatiche alla Fiera di Roma
Il Festival dell’Oriente punta comunque ad accontentare tutti i gusti e soprattutto le culture più seguite in Italia: grande successo per il padiglione legato al Festival Irlandese, che tra musica celtica e birra – rigorosamente Guinness – ha richiamato migliaia di persone solo nella giornata di ieri. Ma ugual successo anche per il padiglione legato al mondo country, che nonostante il problema sul rodeo, ha mostrato di attirare numerosi visitatori con la Country Dance, gli abiti da cowboy e soprattutto l’area dedicata ai nativi americani.
Non da meno gli stand legati al Sud America, che all’oggettistica hanno portato l’esposizione anche dei piatti più rappresentativi di quella cultura culinaria (le grigliate di carne argentina o le empanadas, solo per citare alcuni esempi).