Locandina di "La morte è un problema dei vivi"

La morte è un problema dei vivi, il gioco d’azzardo visto dagli occhi della dark comedy

La morte è un problema dei vivi, una pellicola di Teemu Nikki che scruta la psicologia della persona affetta da gioco d’azzardo compulsivo.

Scena de "La morte è un problema dei vivi"
Scena de “La morte è un problema dei vivi” – ilmarforio.it

La morte è un problema dei vivi” è un nuovo film della I Wonder Pictures e prodotto dalle case It’s Alive Films e The Culture Business (qui il trailer). Una fotografia sul gioco d’azzardo nella più estrema delle rappresentazioni, in una storia che lega le storie di due uomini in crisi: un operatore funebre divorato dai debiti e un educatore che perde il lavoro per una particolare condizione fisica. Scaricati anche dalle loro famiglie, come faranno a svoltare le proprie vite?

La morte è un problema dei vivi, la trama

La storia si svolge in Finlandia. Per la regia di Teemu Nikki, è raccontata una narrazione attorno al personaggio dell’operatore funebre Risto Kivi (l’attore Pekka Strang) e l’educatore menomato Arto Niska (Jari Virman). Un prodotto originale, capace di raccontare attraverso i toni della dark comedy le fragilità umane: una sguardo importante sul tunnel della ludopatia, ma anche su una società che non è pronta ad accogliere la diversità. In quest’ultimo caso Arto Niska, dipendente di una scuola e che ha scoperto una rara patologia: la mancanza del cervello all’interno della sua testa. Tra debiti che li schiacciano e derisioni, Risto e Arto devono svoltare le proprie vite: una necessità che li porterà a guardare verso realtà poco raccomandabili.

Il film di Teemu Nikki, perché vederlo

Se immaginiamo una dark comedy che suscita delle risate, vedremo come il prodotto cinematografico viaggia verso tutt’altri lidi. E’ una pellicola che al contrario fa riflettere, guardando l’animo umano come pochi altri prodotti cinematografici sono riusciti. C’è il gioco d’azzardo, con la persona affetta dal problema incapace di porsi un freno. Come ha pochi soldi in mano, subito sente il bisogno di giocarli tra casinò online e tavoli per trovare la fortuna.

C’è anche una forte critica alla società, incapace di accettare il diverso. Diventa oggetto di scherno, oltre che una macchietta per cercare celebrità televisiva ed essere deriso davanti a tutta la comunità cittadina. Una situazione che, nel dramma, peggiorerà le condizioni di vita del malato, fino a portare al suo allontanamento imposto dal posto di lavoro.

Scena de "La morte è un problema dei vivi"
Scena de “La morte è un problema dei vivi” – ilmarforio.it

Pro e contro della pellicola

La parte più interessante è quella legata al mondo della ludopatia. Un male che logora la persona, incapace di fermarsi davanti alla possibilità del gioco e riuscire a risparmiarsi dei soldi. Un richiamo della fortuna che lo fa passare davanti alla famiglia, i parenti, gli amici. La necessità di giocare è così forte, da portarlo a giocare anche i soldi non suoi e diventare violento quando non riesce a ottenerli con sotterfugi poco leciti. Chi guarda la pellicola, vedendo le estreme conseguenze della ludopatia, probabilmente ci penserà due volte prima di entrare nella cupa atmosfera dell’azzardo.

Il contro potrebbe essere la ripresa di alcune scene eccessivamente splatter. Un uso troppo esagerato del sangue e il macabro, che sicuramente rafforzano alcuni concetti ben posti nel film. Rimaniamo però sempre nelle note della commedia, in un film che per alcuni passaggi vede la necessità di uno stomaco forte.

La morte è un problema dei vivi, uno sguardo alla ludopatia

Vederlo fa capire bene come la ludopatia condanna l’uomo e soprattutto chi ne soffre. Un tunnel senza fine, in un fenomeno patologico che distrugge economicamente chi ne viene toccato. E’ il lento calo verso l’abisso, con la persona che non perde solamente sui tavoli del gioco: viene sconfitto sul lavoro, venendo allontanato; perde il rispetto e l’amore dei propri cari; perde gli amici, perchè considerato ormai un soggetto altamente inaffidabile e bugiardo. Un viaggio crudo, ma soprattutto utile a certi giovani per capire questo problema e come logori l’asfissiante ricerca della fortuna.

Le unicità del lungometraggio con Pekka Strang e Jari Virman

La narrazione si muove agilmente tra contesti realistici e irrealistici. Teemu Nikki racconta una storia attorno al gioco d’azzardo, dove si spazia dall’ambiente familiare e dei bambini, per arrivare a quei bassifondi di una città dove grandi e terribili segreti si nascondono. Nonostante il contrasto di fondo, la narrazione segue un binario logico. I personaggi sono coerenti al contesto della storia, marchiando la fotografia dell’infelicità, l’esclusione, la follia, la rabbia, l’ingenuità. Un viaggio tra tante sensazioni, ben scandite lungo tutta la durata del film.

Voto al film: ⭐⭐⭐ su 5

Leggi anche:

“Fiabe nella tradizione popolare: norme e trasgressioni di genere”, De Carlo analizza le narrazioni attraverso la pedagogia

 

 

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Focus!

Potrebbero anche interessarti: