Il Senato Accademico dell’Università La Sapienza di Roma non ha riconosciuto il genocidio palestinese: la richiesta era arrivata da Minerva, UDU e Fenix.
E’ destinato a inasprirsi il contrasto tra mondo studentesco e Rettore all’interno dell’Università La Sapienza di Roma. L’ultimo capitolo è stato scritto all’interno del Senato Accademico dell’Ateneo romano, dove alcune liste studentesche vicino al mondo della Sinistra giovanile hanno chiesto il riconoscimento del genocidio palestinese all’interno della storica Università romana. Una richiesta che, sorprendentemente, è stata rifiutata dai vertici della realtà accademica.
La Sapienza boccia il riconoscimento del genocidio palestinese
La Rettrice Antonella Polimeni oggi non è bersagliata solamente dall’estrema sinistra studentesca. Sul tema del conflitto israelo-palestinese, anche altri movimenti moderati hanno deciso di scrivere agli uffici del Rettorato. Il tentativo è stato quello di alleggerire le posizioni filo-israeliane della Sapienza, che ormai da settimane stanno concatenando occupazioni con tende al Pratone e forti azioni di protesta da parte del mondo studentesco.
L’ultimo tentativo in ordine di tempo è arrivato dalla lettera scritta delle liste Minerva, UDU e Vento di Cambiamento-Fenix, che ha provato ad avanzare un’altra faccia della medaglia sul conflitto israelo-palestinese: raccontare una narrazione che poco concilia con gli interessi accademici che legano la storica Università romana e alcuni enti israeliani.
La Rettrice non fa passi indietro sulla linea filo-israeliana
L’iniziativa delle liste studentesca era quella di aprire un confronto sul tema palestinese, provando a raccontare una vicenda dell’attualità geopolitica in maniera plurale e sentendo tutte le voci in campo. Una richiesta che avrebbe dovuto condurre a un dialogo tra studenti e vertici accademici, magari anche con l’ambizione di raccontare la posizione palestinese all’interno dei locali de La Sapienza.
Per quanto importante il documento espresso dalle tre liste studentesche, La Sapienza ha rifiutato le motivazioni portate avanti dai propri rappresentanti degli studenti. Una richiesta resa ancora più pesante dal passato politico dello stesso Ateneo, che nei mesi scorsi si era invece schierato apertamente sulla causa del popolo ucraino e delle donne afghane.
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