Lo scrittore Andrea Mattioli presenta con un’intervista esclusiva la sua nuova opera letteraria, ovvero il libro “L’altra metà della vita”
Oggi per la rubrica letteraria de Il Marforio.it, abbiamo il piacere d’intervistare lo scrittore Andrea Mattioli. Il giovane autore, conosciuto anche con il nome d’arte di Metyu, ha visto la pubblicazione del proprio quarto romanzo. Si tratta de “L’altra metà della vita”, in una narrazione che viaggia sulle onde delle emozioni e soprattutto il dramma che alcuni giovani potrebbero rischiare di vivere durante l’arco dell’adolescenza: in questo caso, l’esperienza con il bullismo e la violenza sessuale.
Lo scrittore Andrea Mattioli parla del nuovo libro “L’altra metà della vita”
Oggi abbiamo il piacere d’intervistare Metyu, nome d’arte dello scrittore Andrea Mattioli. Parleremo del suo nuovo libro “L’altra metà della vita”, in un romanzo che tratta episodi drammatici legati alla fascia dell’adolescenza di diversi ragazzi: il bullismo, ma soprattutto gli abusi sessuali. Cosa ti ha spinto a scrivere una storia di questo genere?
Grazie mille per questa intervista. Tutto è nato da uno sguardo su una realtà sociale che pochi vedono: quella degli ultimi. Questo libro è dedicato a loro. Mi piace scrivere di temi di cui spesso nessuno vuole parlare (nel mio romanzo precedente, ad esempio, ho trattato il tema del suicidio) per portare alla luce la consapevolezza che molte persone hanno vissuto esperienze enormi, traumatiche, senza possibilità di scelta. Sono vite segnate da una lotta continua contro un destino che sembra già scritto, una battaglia che sanno di non poter vincere ma che devono comunque affrontare. Parlo di vite che non hanno scelto ciò che hanno dovuto subire. Quante persone ci sono intorno a noi, nascoste nei loro traumi?
Incentri la tua narrazione attorno ai giovani Luca e Simone, che nella storia sono legati da un tragico evento. Ci puoi parlare del rapporto di questi due protagonisti e come tende a evolvere nel corso del romanzo?
La vita di Luca e Simone è intrecciata in modo indissolubile dalla mancanza. Entrambi guardano alla vita dell’altro con un misto di invidia e desiderio, come se ciò che manca nella propria esistenza si trovasse nell’altra. Il memoriale di Simone sottolinea un’idea importante: a volte, tutti noi diventiamo protagonisti di storie tragiche, e un evento traumatico può segnare non solo chi lo subisce direttamente, ma anche chi gli sta vicino. L’abuso sessuale, tema centrale del romanzo, coinvolge e influenza molti personaggi, ognuno dei quali diventa protagonista a modo suo. Il memoriale è affidato a Simone solo perché è l’unico personaggio che attraversa l’intera storia, vivendo costantemente in fuga.
La ricerca dell’identità intorno alla storia di Luca e Simone
“L’altra metà della vita” ruota attorno a una tematica quanto mai attuale ai giorni nostri: la ricerca della propria identità. Come hai fatto affrontare a Luca e Simone questo percorso nelle tue pagine?
Con la follia dell’inutile. Entrambi inseguono qualcosa, un sogno. Per Luca, il sogno è una famiglia, che rappresenta il riscatto; per Simone, è la libertà, come motivazione per continuare a fuggire. Eppure, entrambi sono consapevoli del vuoto che li circonda, della “futilità” della vita intorno a loro. Non si lasciano definire dal consumismo; vivono di sfide e fughe, affrontando la loro identità come una “non scelta”, gettandosi nel vuoto di loro stessi. È un viaggio nei loro inferni personali, tenendosi per mano, con la consapevolezza che niente è veramente reale, eccetto il trauma che ha segnato la loro esistenza. Che motivazione si può trovare, se la propria identità è stata segnata fin dall’inizio da un evento che non si è nemmeno scelto?
In una storia molto toccante, ogni pagina trasmette le emozioni dei personaggi al lettore. All’interno di quest’opera, quale autore ti ha influenzato di più nella sua stesura?
Da sempre considero Philip Roth come il mio principale punto di riferimento “letterario”. Credo che sia lo scrittore che più di ogni altro mi abbia influenzato e che mi ha trasmesso una grande voglia di scrivere ogni giorno. L’animale morente è stato come un fulmine che mi ha attraversato l’anima. Nutro un enorme amore per le tragedie greche; inoltre, seguo molto anche lo stile di Paolo Sorrentino, Albert Camus e Céline: autori che sfidano la coscienza senza offrire alcuna speranza.
Le parole dell’autore Andrea Mattioli
Con Book Road hai già pubblicato altri tre romanzi: “La sinfonia proibita” (2019), “L’antica profezia” (2021) e “Lui” (2022). La collaborazione artistica andrà avanti in futuro e avete altri progetti in programma da svolgere assieme?
Al momento ho già pronti alcuni lavori letterari e altri progetti artistici. Non so ancora bene come muovermi, sto valutando tante strade.
Con questo testo legato alla gioventù, tanti ragazzi potrebbero leggere la storia e appassionarsi. Hai un consiglio da dare a quei giovani che si avvicinano al mondo della scrittura?
Oddio! Non mi sento ancora nella posizione di dare consigli, ma se posso dire qualcosa, è questo: scrivete di ciò che conoscete, di esperienze vere, vissuti emotivi, magari anche traumatici. Non cercate di offrire speranze se non ce ne sono, e dite sempre la verità, anche se a volte può fare male o essere scomoda.