L’immagine diventa virale sui social network: una poltrona galleggiante nel Tevere all’altezza del Centro Storico di Roma
I residenti del Centro Storico di Roma, lo sanno bene: nel Tevere ogni giorno si può trovare di tutto. Persone che provano a farsi il bagno in una delle acque più inquinate del Paese, rifiuti che galleggiano, scene di degrado urbano. Con un pò di fortuna, si possono pure vedere dei mobili che galleggiano e seguono il percorso della corrente: in ultimo una poltrona di pelle, cui qualche ignoto dev’essersi disfatto negli ultimi giorni.
I rifiuti ingombranti galleggiano sul Tevere a Roma
L’ultimo avvistamento è avvenuto per mano di Welcome To Favelas, che ormai da diversi mesi offre il punto quotidiano sul degrado che impervia sulla Capitale. Tra gli ultimi episodi, c’è quello di una poltrona monoposto immortalata mentre galleggia sul Tevere. In piena zona del Centro Storico, il sofà si fa trasportare dalle acque del fiume, evidenziando lo stato di trascuratezza dello stesso corso. Tutto, mentre cittadini e turisti, immortalano il degradante spettacolo con smartphone e macchine fotografiche.
I rifiuti tornano a degradare la Capitale
Quello che si vede, dalle sponde del Tevere, ha dell’incredibile. Una poltrona semisommersa si trova al centro del corso dell’acqua, mentre viene spinta verso la foce. Il sofà sembra essere di colore beige, probabilmente proveniente da qualche discarica abusiva presente sulle foci del fiume appena fuori dal Centro Storico. Viaggia inarrestabile, allegandosi a una condizione di degrado che già storicamente tocca da vicino il fiume che attraversa la Capitale.
A Roma non termina l’emergenza rifiuti nel Tevere: gli ultimi episodi
Se la situazione di degrado col Tevere è ben conosciuta dai cittadini, tali sviluppi non sfuggono alle forze dell’ordine. Poche settimane fa, la Polizia Locale di Roma Capitale ha sgominato uno scarico abusivo di rifiuti all’interno del Tevere, con le indagini che hanno ricostruito una piramide imprenditoriale dietro questo fenomeno criminale. Si trattava, infatti, di società vicine al mondo edilizio, che si erano specializzate nello smaltimento illegale dei rifiuti tra l’Umbria e la Capitale: tra i tanti modi, lo sversamento nel fiume capitolino.