Ambientalisti critici sul ripascimento delle spiagge di Ostia Ponente nel X Municipio di Roma: “Per la situazione, l’anno prossimo servirà rifare il lavoro”
A poche settimane dall’inizio della stagione balneare sul X Municipio, la Regione Lazio ha iniziato degli interventi di ripascimento sul territorio di Ostia Ponente. Lì dove storicamente le spiagge vengono divorate dalle mareggiate, l’amministrazione regionale ha voluto intervenire per effettuare i nuovi innesti di sabbia. Una soluzione per garantire la balneazione sulle spiagge libere tra il Porto di Roma e il quadrante delle Repubbliche Marinare, in un intervento che nuovamente potrebbe non rivelarsi risolutivo per la gestione degli arenili lidensi.
Riparte il ripascimento sulle spiagge di Ostia Ponente
Con l’acqua del mare arrivata sotto il marciapiede del lungomare, la Regione Lazio già da diverse settimane aveva annunciato il finanziamento di lavori volti a salvare la balneazione delle coste lidensi e soprattutto di altre aree costiere laziali. Un lavoro effettuato in estrema urgenza e con l’imminente stagione estiva alle porte, con numerose spiagge del territorio che andavano nuovamente rianimate con l’intervento di draghe e pompe.
In interventi di manutenzione degli arenili su tutto il territorio costiero del X Municipio, anche ieri pomeriggio i tecnici erano al lavoro per provare ad allungare la spiaggia nelle aree dove la sabbia stentava a esserci. Opere per tenere in salute la costa che ormai si ripetono con cadenza annuale, nonostante nel concreto non riescono a risolvere l’antico problema del territorio costiero: il risucchio, da parte del mare, della sabbia presente in alcuni arenili posizionati in particolari posizioni geografiche di questa parte della costa laziale.
Il problema annale che si abbatte sulla costa lidense
Come spiegano gli associati di Mare Libero, con le voci di Danilo Ruggiero e Saverio Di Lillo, il ripascimento non può essere l’unica soluzione per il benessere delle coste lidensi. Nonostante i soldi investiti per gli interventi sugli arenili, rimane come il mare continui a mangiare la sabbia con il moto delle mareggiate: fenomeno naturale che, nel giro di un anno e la potenza della singola mareggiata, vanifica gli interventi messi in opera su Ostia.
Quale soluzione per risolvere il fenomeno a Ostia?
Sull’erosione costiera di Ostia, ormai da un decennio dibattono numerosi studiosi. Il problema, almeno oggi, è legato alle condizioni del Tevere e il cambio morfologico del territorio lidense: da una parte il fiume che non porta più detriti, dall’altra una città balneare che ha visto la costruzione di strutture marittime e ha visto un repentino cambio delle correnti con l’inserimento di alcune installazioni. Tra pennelli, canali e ingressi portuali, alla sabbia viene impedito di rimpinguare in maniera omogenea le spiagge lidensi, scaricando quei pochi detriti in alcune aree e lasciando completamente a secco altri settori.
Come spiegano gli ambientalisti, che in troppi casi hanno una visione catastrofistica del fenomeno, Ostia avrebbe la necessità di un regresso sul piano delle strutture lungo gli arenili. Nella pratica meno cementificazioni, con l’Amministrazione che dovrebbe garantire una maggiore presenza delle spiagge libere e soprattutto alcune strutture ecosostenibili come i chioschi in legno. Un ritorno alle origini, che comunque non escluderebbe una potenziale previsione: l’arrivo dell’acqua all’altezza della strada.
Un disegno che, nonostante gli studi, rimane teorico. Per il territorio lidense, infatti, si pensa a un piano architettonico più morbido, come peraltro già pensavano gli avi che vissero questo territorio più di un centinaio d’anni fa. Una soluzione che forse, pur se necessaria, probabilmente mal si concilierebbe con un territorio balneare nel 2025 e che soprattutto ambisce ad accogliere una grossa fetta di turismo per chi viene a Roma o visita la costa laziale. Una vera rivoluzione sul piano del green, che dai disegni di qualche studioso stravolgerebbe il volto che conosciamo di Ostia e nei fatti metterebbe su progetto un’altra città dai tratti che possiamo considerare completamente inediti.