A Roma arriva la mostra “La perla è la malattia della conchiglia”: alla Kou Gallery un viaggio visivo e pittorico sulla fragilità, rappresentato dalla perla.
Una nuova mostra pittorica sul territorio di Roma. Questa volta un’esperienza artistica attorno alla figura della conchiglia, che per gli artisti chiamati a partecipare all’evento diventa mezzo per rappresentare l’introspezione ma soprattutto un accesso per indagare nella propria interiorità attraverso l’utilizzo della pittura. Un modo di fare arte in maniera alternativa, che prova a compiere questa indagine senza passare dalla metafisica.
La mostra pittorica sulla perla e l’interiorità a Roma
La mostra ribattezzata “La perla è la malattia della conchiglia” prenderà vita dal 6 giugno all’11 giugno 2024. Il vernissage dell’evento si svolgerà la sera del 6 giugno, a partire dalle 18: 30 la Kou Gallery di via della Barchetta (alle spalle di via Giulia sul lungotevere dei Tebaldi).
Le scene girano intorno alla perla, in altre parole la reazione biologica e chimica di quando un’ostrica viene aggredita da un agente esterno. Per difendersi, il mollusco secerne il nacre, meglio conosciuto come madreperla, per isolare quel granello di sabbia che potrebbe creare molti danni alla sua salute. Strati multipli della sostanza, che accumulandosi nel tempo danno vita a quella che sarà una splendida perla. Il disegno in natura di come la sofferenza, e quindi la vulnerabilità, sono precondizione necessaria per la genesi di una perla. Vista nell’uomo, la fragilità diventa l’elemento di base, di straordinaria importanza, per la produzione di eventi nella vita dei singoli e la collettività.
La riflessione attorno alla sofferenza e la vulnerabilità
Secondo il filosofo Karl Jaspers, lo spirito creativo dell’artista trae spunto dalla sofferenza e la malattia dell’anima. Sofferenza, o anche fragilità, che secondo Aristotele avevano dato origine anche alla filosofia. La sofferenza e la fragilità sotto le sembianze di una perla: Kou ruoterà la sua esperienza visiva attorno a questo concetto, esponendo sette opere che rappresentano la vulnerabilità e soprattutto lo stato d’animo di artisti molto diversi tra loro.
Un’esperienza visiva che permetterà di osservare la fragilità, e quindi la vulnerabilità, attraverso l’arte e il genio degli artisti Arcangelo, Giancarla Frare, Alessandra Giovannoni, Pierluigi Isola, Claudio Palmieri, Salvatore Pulvirenti e Vincenzo Scolamiero.
Gli artisti che esporranno al Kou
Nella mostra, Arcangelo porterà la sua capacità di affrontare la tematica attraverso l’utilizzo di mondi visionari: capacità che lo hanno ribattezzato come un “pittore ulissico”. L’artista Giancarla Frare creerà ombre capaci di dialogare con la dimensione dello spazio/tempo, aprendosi per quest’occasione all’esperienza del colore. La maestra Alessandra Giovannoni porterà figurazioni rapide e vibranti, ponendo l’accento sull’amore per certi luoghi e le trepidazioni umane.
Pierluigi Isola guarda alla figurazione più colta, mentre Claudio Palmieri dipinge per sperimentare tutte le tecniche e i linguaggi dell’arte. Salvatore Pulvirenti ricerca nei propri lavori l’innocenza primordiale, la carica di poesia e senso. Infine Vincenzo Scolamiero, che ricerca l’equilibrio tra caos e cosmos, oltre l’indagine sulle piccole e grandi cose della vita.
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