Il gruppo degli XYQuartet, sotto l’etichetta di Nusica.org, pubblica un nuovo album dopo 14 anni di attività: Lexycon. L’intervista ai musicisti
Un nuovo progetto musicale vede impegnati gli XYQuartet, il gruppo musicale di stampo jazzistico formato dai musicisti Alessandro Fedrigo, Nicola Fazzini, Luca Collussi e Saverio Tasca. Arrivati al quattordicesimo anno di attività artistica insieme, la band ha deciso di celebrare l’importante traguardo con un nuovo album all’insegna del viaggio e la sperimentazione melodica: Lexycon. Andiamo a scoprire, grazie alle parole degli autori, di cosa si tratta e cos’è stato preparato per il pubblico affezionato al gruppo.
Gli XYQuartet presentano il nuovo Album Lexycon
Lo XYQuartet ha una storia di 14 anni, durante i quali avete esplorato territori musicali sempre nuovi. Con “Lexycon”, sembra che abbiate spinto ancora più in là i confini della vostra creatività. Come descrivereste l’evoluzione del vostro sound e cosa ha ispirato questo nuovo capitolo?
Risposta di Nicola Fazzini: “Nei primi lavori di XYQuartet (IdeaF, XY e Orbite) abbiamo utilizzato la composizione in modo estensivo. Le partiture erano molto lunghe, con una tecnica che i tedeschi chiamerebbero durchkomponiert, ogni brano aveva molte sezioni diverse e uno sviluppo articolato. XY è stato in quel periodo una sorta di laboratorio dove abbiamo sperimentato tante formule. Nell’ultima produzione abbiamo rovesciato il processo partendo dall’idea musicale, condividendola con la band, per poi arrivare ad una formulazione dell’arrangiamento, cercando di conservare uno spazio importante per l’ improvvisazione e l’interpretazione della parte scritta. Una ricerca quindi volta a cercare equilibrio tra composizione e improvvisazione, tra rigore e libertà, per far si che ogni esecuzione possa essere diversa e fresca per poter sorprendere in primis noi stessi in quello che succede durante la performance. La possibilità della variazione e del cambiamento come elemento che costantemente rivitalizza il materiale musicale. Un po’ come succede nel ciclo costante della vita che si ripete mai identica a se stessa”.
Lexycon è un viaggio sinestetico, un tuffo in un futuro immaginario. Potete raccontarci di più sul concept dell’album e su come le suggestioni letterarie di Calvino, Orwell e Landolfi hanno influenzato la vostra musica?
Risposta di Alessandro Fedrigo: “Credo che la necessità di scrivere e interpretare musica originale derivi dal fatto di non riconoscersi in certe forme musicali più tipicamente jazzistiche. Ecco che allora per stimolarci compositivamente Nicola Fazzini ed io abbiamo iniziato a sperimentare dei materiali musicali che ci consentissero di immaginare un mondo sonoro “altro” e da qui l’idea che ci insegue di ambientare le musiche in un mondo futuro con le sue utopie e le distopie. Credo che questo tipo di suggestioni ci aiutino a superare le abitudini musicali, le prassi che ci stavano strette. Personalmente penso che se c’è una missione per un artista e un musicista in particolare debba essere quella di consegnare un “mondo sonoro” all’ascoltatore, o almeno di provare a farlo, poi il risultato non si può sapere se sarà vincente o efficace, “Lexycon” è il nostro tentativo”.
Gli elementi che contraddistinguono Lexycon
La “neolingua” è un elemento chiave di “Lexycon”. Come avete tradotto questo concetto in musica, creando un linguaggio sonoro innovativo? Potete farci qualche esempio di come avete creato questi neologismi musicali?
Risposta di Nicola Fazzini: “Riguardo ai titoli Alessandro ha sempre avuto una sensibilità particolare; evitare l’inglese, ricorrere al latino, come sorta di lingua universale, o inventare neologismi. Da parte mia invece, all’opposto, ho sempre percepito il titolo come un peso superfluo rispetto alla musica, come se ne limitasse le molteplici possibilità interpretative. Però entrambi condividiamo la stessa sensazione di vivere in una sorta di babele di linguaggi musicali, oggi tutti facilmente fruibili sul web, e che in questo contesto il nostro contributo sia quello di sviluppare un idioletto e condividerlo con chi ha la pazienza e il desiderio di ascoltarlo. Attraverso questo processo dialogico, come le lingue si modificano in modo spontaneo, anche i nostri brani hanno goduto di “vita propria”. “Improverso”, inizialmente inteso come una sorta di “improvvisazione introversa”, è divenuto un brano molto aperto, una sorta di rito collettivo circolare di matrice afro, “Eresimento” ha maturato il suo significato (“nostalgia per una sensazione dolorosa”) man mano che ne esploravamo le possibilità esecutive e quindi le potenzialità linguistiche. Altri brani hanno subito un processo di “personificazione”; “Nedna Inoo” e “Ooni Anden”, l’uno il retrogrado dell’altro sia nel titolo che nella musica, “Knom” e “Malcolm” hanno preso vita come attori di una sceneggiatura che immaginiamo svolgersi in un futuro più o meno remoto e con i quali dialoghiamo quasi in un rapporto di eteronimia. Questa distanza immaginaria ci permette di giocare liberamente con la lingua e i suoni e in qualche modo di parlare della musica di oggi da una diversa prospettiva”.
“Elgotar Bengotar” è il singolo che ha anticipato l’uscita di “Lexycon”. Qual è la storia dietro questo brano e perché lo avete scelto come biglietto da visita dell’album?
Risposta di Alessandro Fedrigo: “Sull’astronave dove vive il mio “mentore” Jon Futuru si trovano con lui persone di varie provenienze, assieme hanno inventato una neolingua che consentisse a tutti di esprimersi agevolmente. Elgotar Bengotar è il saluto, quando due persone si incontrano una di loro dice Elgotar e l’altra risponde Bengotar, è una breve forma benaugurale. Il pezzo poi è un pezzo energico, costituito di due sezioni che contengono gli elementi musicali che mi ossessionano da anni, ovvero le serie di intervalli e gli esatoni. Questo pezzo è anche il pezzo con cui spesso iniziamo i concerti, un modo per salutare il pubblico e cominciare con energia la performance”.

Il nuovo progetto musicale degli XYQuartet
Lo XY Quartet è noto per le sue performance dal vivo, spesso arricchite da elementi multimediali. Avete in programma presentazioni particolari per “Lexycon”? Come intendete portare questo album sul palco?
Risposta di Nicola Fazzini: “In realtà, contrariamente a quanto si fa di solito, questo album è, se non la fine, la parte intermedia di un percorso. Abbiamo suonato molte di queste composizioni live per tre anni prima di registrarle, proprio per documentarle in uno stato evoluto e maturato. Dal vivo introduciamo la nostra musica con dialoghi spesso improvvisati tra me e Alessandro dove cerchiamo di condurre il pubblico nel mondo di XY. Per il resto non abbiamo concepito questo progetto in modo multimediale, ci piace immaginare che la musica sia al centro della scena”.
Dopo 14 anni di attività e sei album, quali sono i vostri obiettivi futuri? Cosa sperate che il pubblico si porti a casa dopo aver ascoltato “Lexycon”?
Risposta di Alessandro Fedrigo: “Ora l’obbiettivo è quello di portare la nostra musica il più possibile in giro e condividerla con il pubblico, sia in Italia che all’estero (abbiamo già dei concerti fissati in Polonia, Repubblica Ceca, Germania e Svezia), poi, credo che com’è sempre accaduto si inizieranno a formare in modo naturale nuove idee musicali da esplorare e inizieremo a scrivere dei pezzi che confluiranno in un nuovo lavoro. Da sempre l’obbiettivo che Nicola ed io abbiamo era quello di costruire una sorta di laboratorio musicale, XYQuartet è nato con questo spirito anche grazie alla collaborazione creativa e alla dedizione di Saverio Tasca e Luca Colussi”.